Era la notte del 30 ottobre 2018. Da una perturbazione normale si scatena l’uragano Vaia, che rade al suolo vaste aree boschive nelle valli dolomitiche, danneggiando anche strade, ponti, linee elettriche.
Il lavoro di recupero del legname dura mesi e mesi, il ripristino dei collegamenti viari ed elettrici impegna notevoli risorse finanziarie. Quasi esattamente un anno dopo, come se non bastasse, una forte nevicata precoce spezza migliaia di alberi – non ancora pronti per l’inverno - in tutto il territorio, compromettendo fortemente la salute boschiva. Da questo evento, scaturisce in seguito la piaga del bostrico, un minuscolo parassita che nidifica sotto la corteccia dei pini, uccidendoli. Oggi ci ritroviamo vaste aree di bosco di color marrone con piante morte, che non possono più svolgere il loro compito naturale, ovvero assorbire l’acqua piovana e trattenere la neve per proteggere le aree antropizzate sottostanti, paesi e vie di collegamento, da smottamenti e slavine.